FISIO 2000 https://www.fisio2000.it Ricerca e tecnologia applicata alla riabilitazione Tue, 04 Mar 2025 08:04:02 +0000 it-IT hourly 1 Il mal di schiena affrontato dalla psicologia: i benefici della terapia cognitivo – comportamentale https://www.fisio2000.it/il-mal-di-schiena-affrontato-dalla-psicologia-i-benefici-della-terapia-cognitivo-comportamentale https://www.fisio2000.it/il-mal-di-schiena-affrontato-dalla-psicologia-i-benefici-della-terapia-cognitivo-comportamentale#comments Fri, 08 Dec 2017 11:30:44 +0000 http://www.fisio2000.it/?p=1247 Le linee guida suggeriscono un approccio combinato di fisioterapia, esercizio fisico e terapie psicologiche per la cura del mal di schiena, soprattutto per quello di tipo cronico: approfondiamo l'argomento con la Dott.ssa Elisa Boggeri

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Abbiamo visto nello scorso articolo (link) che la Fondazione GIMBE (Gruppo Italiano per la Medicina Basata sulle Evidenze) ha messo in risalto l’importante fenomeno del sovra-utilizzo di alcune terapie (ad esempio i farmaci antidolorifici) e di esami invasivi (ad esempio le radiografie, la TAC e la Risonanza Magnetica) a discapito di altre terapie come la fisioterapia, l’esercizio fisico e le terapie psicologiche, che risultano invece ampiamente sotto-utilizzate. Si tratta di un’indicazione in controtendenza con quanto vediamo accadere nel mondo reale, che pone un punto di attenzione sugli sprechi nell’utilizzo di risorse e sull’inadeguatezza delle cure fornite ai pazienti.
Un caso eclatante è quello rappresentato dal mal di schiena, in cui gli esami diagnostici inappropriati portano a cascata ad una serie di altre prestazioni sanitarie inutili come i consulti specialistici e altri trattamenti invasivi, con significativo spreco di risorse.
Proprio per la cura del mal di schiena le Linee Guida suggeriscono di associare alla fisioterapia, che deve comprendere necessariamente degli esercizi terapeutici mirati, anche l’esercizio fisico generale e le terapie psicologiche. A riguardo, nonostante la ricerca scientifica ci fornisca dati chiari sull’efficacia della terapia cognitivo-comportamentale nel trattamento di patologie muscolo-scheletriche (soprattutto di tipo cronico), bisogna evidenziare che spesso le persone si avvicinano a questo tipo di approccio con diffidenza e scetticismo, forse fuorviate da antichi preconcetti riguardo le terapie psicologiche in generale (affronteremo più nel dettaglio questo importante argomento nel prossimo articolo di questa rubrica).

- Ma cosa accade nella nostra mente quando soffriamo? Anche a causa di un disturbo muscoloscheletrico?

A livello psicologico, spesso il disturbo fisico è accompagnato da un’ansia anticipatoria di sentire dolore, dalla paura di non ricevere aiuto in caso di bisogno, dalla percezione di un senso di vulnerabilità e fragilità personali, dalla sensazione di non avere una via d’uscita dalla patologia oppure dal timore di essere colti dal dolore in modo improvviso, imprevedibile o in contesti inappropriati.
In queste situazioni la psicoterapia cognitiva e le tecniche cognitivo-comportamentali possono rappresentare un valido ausilio alla fisioterapia e all’esercizio fisico poiché consentono di lavorare su una ristrutturazione degli schemi emotivi e cognitivi del paziente, sulla modificazione delle credenze irrazionali che rischiano altrimenti di generare pensieri negativi sulla propria condizione e sensazioni fisiche sgradevoli, in un ciclo di allerta e ansia cronica che possono condurre persino a condotte di evitamento dei movimenti e di situazioni considerate a rischio.
Tutti questi elementi causano un peggioramento del quadro sintomatologico e una condizione psicologica che non favorisce la remissione dei sintomi in quanto al dolore si associa automaticamente la paura di muoversi, che a sua volta genera l’evitamento di attività, con conseguente riduzione delle proprie capacità fisiche e prestazionali. Considerato che, oltre al dolore fisico si innescano anche i meccanismi psicologici descritti, l’obiettivo di cura del paziente non può essere soltanto la riduzione dei sintomi e del dolore nello specifico, ma deve necessariamente essere anche quello di aiutarlo a diventare più consapevole delle sensazioni legate al disturbo, così che possa riconoscerle e imparare a gestire con successo gli stati emotivi che amplificano il disagio “fisico”.

- Quindi cosa bisogna sapere e cosa è necessario fare?

Spesso i pazienti si sentono sollevati quando acquisiscono “una mappa” del proprio disturbo grazie al lavoro congiunto del fisioterapista e dello psicoterapeuta, perché si sentono più orientati, riescono a dare una senso al loro disturbo ed escono dal caos avendo la consapevolezza di aver acquisito degli strumenti per poter alleviare, anche in modo autonomo, la propria sofferenza, ad esempio attraverso esercizi riabilitativi che possono mettere in pratica anche a casa o sul posto di lavoro.
E’ necessario per il paziente conoscere insieme al fisioterapista quali attività e movimenti può continuare a svolgere e in che modo (pur avendo mal di schiena), in quanto non rischiose. E’ utile sapere, attraverso un consulto fisioterapico specialistico, se il mal di schiena può nascondere o meno una causa insidiosa e grave o se si tratta invece della “comune” lombalgia di cui soffre l’85% delle persone almeno una volta nella vita e che ha una prognosi favorevole. Ma allo stesso tempo è indispensabile sapere anche che lo stress, l’ansia (che si manifestano spesso ad esempio attraverso altre patologie come il colon irritabile e l’herpes) e il sonno disturbato, costituiscono un fattore di rischio per sviluppare il mal di schiena o favorirne la cronicizzazione.
E’ opportuno pertanto che il paziente possa ricevere una presa in cura globale del suo problema, attraverso un approccio terapeutico congiunto che preveda sia la fisioterapia che la psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale come strategie di cura, in modo da integrare la dimensione della sofferenza psicologica con quella del dolore corporeo.

“Niente nella vita va temuto, dev’essere solamente compreso.
Ora è tempo di comprendere di più, così possiamo temere di meno.”

Marie Curie
Scienziata e Ricercatrice

Dott. OMT Antonello Viceconti – Fisioterapista, Terapista Manipolativo Ortopedico.
www.fisio2000.it

Dott.ssa Elisa Boggeri – Psicologa, Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitiva, socia SITCC (Società Italiana di Terapia Comportamentale e Cognitiva)
www.elisaboggeri.it

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Hai mal di schiena? Risonanze e antidolorifici non risolveranno il tuo problema https://www.fisio2000.it/hai-mal-di-schiena-risonanze-e-antidolorifici-non-risolveranno-il-tuo-problema https://www.fisio2000.it/hai-mal-di-schiena-risonanze-e-antidolorifici-non-risolveranno-il-tuo-problema#comments Wed, 29 Nov 2017 09:49:58 +0000 http://www.fisio2000.it/?p=1242 L’Osservatorio GIMBE mette in guardia: troppa poca fisioterapia, mancanza di supporto psicologico e troppe prescrizioni inappropriate per farmaci analgesici ed esami radiologici

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A seguito della pubblicazione in italiano delle linee guida NICE da parte della Fondazione GIMBE (Gruppo Italiano per la Medicina Basata sulle Evidenze), il presidente Nino Cartabellotta mette in guardia pazienti ed operatori sanitari dal rischio di inappropriatezza nella diagnosi e nella cura del mal di schiena e della sciatalgia. “Le Linee Guida NICE – dice Cartabellotta – documentano che nella valutazione e nel trattamento della lombalgia e/o della sciatalgia la pratica professionale dei clinici e le scelte dei pazienti non riflettono le migliori evidenze scientifiche: alcune prestazioni sanitarie risultano sovra-utilizzate mentre altre ampiamente sotto-utilizzate. Di conseguenza, rispetto a quanto oggi dimostra la ricerca, l’assistenza erogata ai pazienti presenta notevoli margini di miglioramento con risvolti positivi sia sui risultati clinici, sia sull’utilizzo delle risorse”.
In particolare si evidenzia come nel mal di schiena e nella sciatalgia ci siano troppe prescrizioni per esami radiologici (ad esempio le radiografie, la TAC o la Risonanza Magnetica) e come troppi farmaci antidolorifici vengano invece prescritti inappropriatamente. Una valanga di esami diagnostici allungano le liste d’attesa e spesso fanno spaventare inutilmente i pazienti.
“In assenza di segnali d’allarme, tutte le Linee Guida Internazionali affermano che non è necessario effettuare alcun esame radiologico prima delle 4-6 settimane dall’insorgenza del dolore in quanto questi esami non modificano le scelte terapeutiche e spesso si riscontrano anomalie che non hanno direttamente a che fare con il mal di schiena del paziente e che sono presenti anche in persone senza sintomi, già a partire dalla giovane età. Questi esami inappropriati attivano, a cascata, una serie di prestazioni sanitarie inutili come i consulti specialistici e i trattamenti invasivi, con spreco di risorse”.
Esami radiologici e farmaci antidolorifici sono stati eletti quindi a “sorvegliati speciali”. Tuttavia oggi sappiamo che le migliori evidenze scientifiche nel trattamento del mal di schiena suggeriscono degli approcci terapeutici la cui efficacia è stata già dimostrata. L’esercizio Fisico, la Fisioterapia e la Psicoterapia sono tra queste, ma allo stesso tempo risultano essere, secondo la fondazione GIMBE, anche le meno utilizzate: un’evidente contraddizione.
In particolare, per quanto riguarda le terapie psicologiche, l’approccio cognitivo comportamentale può essere efficace perché spesso i pazienti, accanto al malessere fisico sperimentano anche situazioni di disagio emotivo, di ansia e di tristezza. Queste emozioni contribuiscono ad amplificare le afferenze sensoriali dolorose e la sensazione di non avere via d’uscita dal proprio disturbo, alimentano la paura di non poter affrontare le attività quotidiane a causa del dolore (o meglio della paura di provare dolore) e conducono spesso le persone ad utilizzare strategie di evitamento dei movimenti che sono invece necessari nella vita di tutti i giorni. Per questa ragione è fondamentale aiutare il paziente ad acquisire la capacità di esprimere emotivamente, e se possibile anche linguisticamente, le proprie emozioni e sensazioni.
Affronteremo più nel dettaglio questo argomento nel prossimo articolo di Novembre grazie al contributo della dottoressa Elisa Boggeri, psicologa e psicoterapeuta che lavora a Genova e Novi Ligure e che collabora con lo Studio FISIO 2000 nella gestione integrata dei pazienti che soffrono soprattutto di dolore muscoloscheletrico cronico. La visione della collaborazione è quella di poter lavorare in sinergia, fisioterapista e psicologo, e nel poter alleviare la sofferenza che per forza di cose colpisce non solo il fisico ma anche il nostro modo di rapportarci con esso e i nostri comportamenti.

Dott. OMT Antonello Viceconti – Fisioterapista, Terapista Manipolativo Ortopedico (OMT), Specializzato in Riabilitazione dei Disturbi Muscoloscheletrici.

Dott.ssa Elisa Boggeri – Psicologa, Psicoterapeuta cognitivista, socia SITCC (Società Italiana di Terapia Comportamentale e Cognitiva)

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Al Congresso Nazionale della Società Italiana di Reumatologia affrontato anche il tema della cefalea causata da disturbi cervicali https://www.fisio2000.it/al-congresso-nazionale-della-societa-italiana-di-reumatologia-affrontato-anche-il-tema-della-cefalea-causata-da-disturbi-cervicali https://www.fisio2000.it/al-congresso-nazionale-della-societa-italiana-di-reumatologia-affrontato-anche-il-tema-della-cefalea-causata-da-disturbi-cervicali#comments Sun, 26 Nov 2017 17:45:54 +0000 http://www.fisio2000.it/?p=1233 A Rimini il dott. Viceconti ha esposto una relazione dal titolo "Terapia manuale ed esercizio terapeutico nella cefalea cervicogenica"

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Si è concluso ieri a Rimini il 54.mo Congresso Nazionale della Società Italiana di Reumatologia.
Il dott. Viceconti, in qualità di relatore, ha esposto una relazione sulla cefalea cervicogenica nell’ambito del corso teorico-pratico organizzato per i fisioterapisti. “E’ stato un momento di grande riflessione e condivisione sulle patologie muscoloscheletriche che più frequentemente affliggono i nostri pazienti ed è stato ancora più gratificante averlo potuto fare insieme a molti giovani colleghi che come me provengono dal percorso di formazione prima e da quello di assistenza alla didattica poi, nell’ambito del Master in Riabilitazione dei Disordini Muscoloscheletrici di Savona. Al Campus Universitario di Savona abbiamo il privilegio di ospitare questa realtà formativa e clinica che rappresenta un’eccellenza a livello nazionale oltre ad essere da 15 anni un’avanguardia innovativa nel panorama della terapia manuale italiana. Ed è assolutamente stimolante poter apportare il mio contributo nell’ambito di un panorama di così alto profilo come il Congresso della Società Italiana di Reumatologia.”
Ma che cos’è la cefalea cervicogenica? Di cosa si tratta?
La cefalea cervicogenica (CCG) è un disturbo muscoloscheletrico causato essenzialmente da disfunzioni del rachide cervicale. Si tratta della terza causa più frequente di mal di testa, dopo la cefalea mio-tensiva e l’emicrania ma, a differenza di queste ultime due condizioni cliniche che beneficiano maggiormente di un approccio farmacologico o misto (farmacologico, psicologico e riabilitativo), trova la sua soluzione terapeutica d’elezione nella fisioterapia.
E’ stato dimostrato da diversi studi scientifici come questa forma di cefalea benefici della combinazione di tecniche di terapia manuale (tra cui le manipolazioni e le mobilizzazioni) ed esercizi terapeutici specifici e mirati al ripristino della normale funzionalità del rachide cervicale. Si tratta di una patologia che ha importanti ripercussioni dal punto di vista dell’impatto socio-economico (diminuzione della produttività, assenteismo lavorativo, diminuzione della partecipazione sociale) in quanto colpisce essenzialmente la fascia di età che si trova nel pieno della produttività lavorativa: il picco d’insorgenza è intorno ai 28 anni anni con una media di insorgenza a 42 anni circa. Le donne, inoltre, ne sembrano essere affette 4 volte più degli uomini.
La fisioterapia rappresenta quindi una scelta sicura nei casi di cefalea cervicogenica in quanto priva di effetti collaterali maggiori e si dimostra efficace soprattutto nella riduzione dell’intensità degli attacchi.

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